NEWS Allarme influenza aviaria pandemia 100 volte peggiore del Covid
Un potenziale scenario di pandemia di influenza aviaria, descritto come potenzialmente “100 volte peggiore del Covid”, sembra profilarsi all’orizzonte dopo la recente scoperta di un raro caso umano in Texas.
Secondo esperti americani, il virus H5N1 dell’influenza aviaria ha dimostrato una diffusione accelerata sin dalla scoperta di un nuovo ceppo nel 2020, colpendo sia gli uccelli selvatici che il pollame commerciale e gli allevamenti da cortile in ogni stato degli Stati Uniti.
Tuttavia, la preoccupazione si è intensificata ulteriormente poiché il virus è stato rilevato anche nei mammiferi, con allevamenti di bovini in quattro Stati che sono stati colpiti e, recentemente, un lavoratore del settore lattiero-caseario in Texas che è risultato positivo al virus.
Esperti come il dottor Suresh Kuchipudi, un ricercatore sull’influenza aviaria di Pittsburgh, hanno affermato che il virus H5N1 è stato a lungo considerato uno dei principali candidati per una pandemia e che tale rischio sta diventando sempre più concreto.
Il virus ha dimostrato la sua capacità di infettare mammiferi, compreso l’uomo, il che lo rende una minaccia globale significativa.
Anche altri esperti, come John Fulton, consulente dell’industria farmaceutica per i vaccini, hanno espresso preoccupazioni simili, affermando che l’H5N1 potrebbe essere “100 volte peggiore del Covid” se dovesse mutare e mantenere un alto tasso di mortalità.
Attualmente, l’H5N1 ha un tasso di mortalità del 52%, molto superiore al tasso di mortalità attuale del Covid, che è inferiore allo 0,1%.
I sintomi dell’influenza aviaria sono simili a quelli di altre influenze, ma possono portare a complicazioni gravi come polmonite.
Tuttavia, alcuni esperti rassicurano sul fatto che il rischio attuale per la popolazione è basso, poiché il virus sembra essere trasmesso principalmente attraverso il contatto diretto con animali infetti e non ha ancora dimostrato una trasmissibilità efficiente tra gli esseri umani.
Tuttavia, la scoperta del virus nei bovini ha sollevato ulteriori preoccupazioni, poiché potrebbe indicare una possibile mutazione del virus che potrebbe renderlo più adatto alla trasmissione tra gli esseri umani.
Gli esperti avvertono che se il virus dovesse mutare abbastanza da diffondersi efficacemente tra gli esseri umani, potrebbe verificarsi una trasmissione su larga scala, poiché gli esseri umani non hanno difese immunitarie preesistenti contro il virus H5.
In conclusione, nonostante le rassicurazioni sul basso rischio attuale per la popolazione, la scoperta di casi umani di influenza aviaria H5N1 e la sua presenza nei bovini sottolineano la necessità di monitorare attentamente la situazione e prendere misure preventive appropriate per mitigare il potenziale impatto di una pandemia di influenza aviaria.