COVID-19 Studio dimostra efficacia farmaco
Scienziati dell’Università di Padova hanno condotto uno studio che dimostra l’efficacia di un farmaco chiamato nafamostat, attualmente utilizzato solo in Giappone e Corea nei pazienti in dialisi per le sue proprietà anticoagulanti, nel prevenire la polmonite interstiziale grave, la principale causa di mortalità nei pazienti Covid ricoverati. I risultati sono stati pubblicati sul ‘Journal of Clinical Medicine’.
Il nafamostat è emerso come una promettente opzione per il trattamento dell’infezione da Covid-19, in quanto inibisce in modo potente la serina proteasi transmembrana 2 (Tmprss2), un enzima cruciale per l’ingresso del virus nelle cellule e la sua replicazione.
Inoltre, grazie alle sue proprietà anticoagulanti, potrebbe prevenire la coagulazione intravascolare disseminata e l’embolia polmonare spesso associate all’infezione da Sars-CoV-2.
Lo studio, denominato Racona, è stato progettato come uno studio clinico prospettico randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, con l’obiettivo di valutare l’efficacia e la sicurezza del nafamostat mesilato somministrato in infusione endovenosa continua (0,10 mg/kg/h) per 7 giorni, in aggiunta al trattamento standard, nei pazienti ospedalizzati con Covid-19.
I risultati preliminari hanno confermato la sicurezza del farmaco, che è stato utilizzato per la prima volta in Europa, con un’attenzione particolare alla funzione renale, alla coagulazione e all’infiammazione.
Il nafamostat ha mostrato anche un profilo di sicurezza eccellente.
Gli autori suggeriscono che potrebbe rappresentare un’opzione efficace, soprattutto contro le varianti del virus che dipendono maggiormente da Tmprss2, come ad esempio la variante Omicron rispetto alla Delta.
Dario Gregori, direttore dell’Unità di Biostatistica epidemiologica e Sanità pubblica dell’Università di Padova, ha affermato: “Attraverso una sofisticata analisi statistica, lo studio ha evidenziato i potenziali benefici del farmaco nel prevenire la progressione verso la polmonite interstiziale grave, che è stata la principale causa di morte nei pazienti Covid”.
Questo importante lavoro è stato reso possibile grazie al finanziamento di Banca Intesa San Paolo e alla collaborazione con Margherita Morpurgo del Dipartimento di Scienze del farmaco dell’Università di Padova.