Femminicidi : Il “Codice Rosso,” la legge concepita per contrastare i femminicidi, ha ottenuto finalmente l’approvazione definitiva.
Questo nuovo insieme di normative, caratterizzato da pene più severe, procedimenti più rapidi e nuovi reati, è destinato ad entrare in vigore con l’auspicio di mettere fine a una strage che sembra non conoscere sosta.
Ancora una volta, nel giorno in cui la Camera dei Deputati ha dato il suo benestare alle nuove disposizioni del “Codice Rosso,” si è registrata la tragica morte di un’altra donna.
Questo provvedimento, che mira ad affrontare il problema attraverso pene più severe, procedure giuridiche più veloci e l’introduzione di nuovi reati, giunge in un momento in cui l’Italia del 2023 si pone al terzo posto in Europa per il numero assoluto di donne uccise da partner, ex partner o altri membri della famiglia.
Nonostante l’esistenza del “Codice Rosso” e di altre misure, il numero di donne assassinate da uomini che avevano lasciato o intendevano lasciare non diminuisce.
Le segnalazioni di abusi sembrano aumentare, ma spesso rimangono inascoltate.
Questa è stata la tragica sorte di Marisa Leo, che aveva cercato aiuto, ma senza successo.
Ora, con l’entrata in vigore delle nuove normative del “Codice Rosso,” sorge la speranza che possano porre fine a questa strage di violenza, radicata in una cultura patriarcale assurda e arretrata che non concede alle donne alcuna emancipazione dai ruoli imposti da una società maschilista.
Vediamo più dettagliatamente quali saranno le nuove disposizioni, cosa rappresenta il “Codice Rosso”:
Il termine “Codice Rosso” fa riferimento alla riforma legale stabilita dalla Legge 69 del 2019, in vigore dal 9 agosto dello stesso anno.
Questa legge, intitolata “Modifiche al Codice Penale, al Codice di Procedura Penale e altre disposizioni relative alla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere,” va oltre il concetto di maltrattamenti fisici, includendo qualsiasi forma di violenza che lede la dignità della vittima, sia essa di natura fisica, sessuale, verbale, morale o economica (come stabilito dalla Cassazione 18937/2016).
Quattro nuovi reati nel Codice Penale
La normativa del “Codice Rosso” interviene principalmente in tre direzioni: introduce nuovi reati, aumenta le sanzioni per quelli già esistenti e crea una procedura mirata a proteggere meglio e più tempestivamente le persone coinvolte in situazioni a rischio.
Nel dettaglio, vengono introdotti nel Codice Penale quattro nuovi reati:
Il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso o lo sfregio del volto, punito con una pena detentiva da 8 a 14 anni, che diventa ergastolo in caso di morte della vittima.
Il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate (il cosiddetto “revenge porn”), punito con una pena detentiva da 1 a 6 anni e una multa da 5.000 a 15.000 euro.
Il reato di costrizione o induzione al matrimonio, punito con una pena detentiva da 1 a 5 anni, con un aumento della pena se il reato coinvolge minori o se viene commesso all’estero da o in danno di cittadini italiani o stranieri residenti in Italia.
La violazione delle restrizioni, ovvero il mancato rispetto dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, sanzionata con una pena detentiva da 6 mesi a 3 anni.
Con il “Codice Rosso” le pene sono state sensibilmente aumentate:
Il delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi, che prevedeva una pena detentiva da 2 a 6 anni, ora comporta una pena da 3 a 7 anni.
La violenza sessuale, con una pena precedentemente variabile da 5 a 10 anni, ora prevede una pena da 6 a 12 anni.
Il reato di stalking, che passa da una pena da 6 mesi a 5 anni a una pena da 1 anno a 6 anni e sei mesi.
La violenza sessuale di gruppo, con una pena da 8 a 14 anni, che prima aveva una pena compresa tra 6 e 12 anni.
Procedure più veloci e più tempo per sporgere denuncia
Il “Codice Rosso” introduce finalmente un meccanismo di accelerazione per l’avvio dei procedimenti penali relativi ai reati di stalking, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.
Una volta notificata la notizia di reato, il Pubblico Ministero avrà un massimo di tre giorni per fornire alla vittima una serie di garanzie procedurali rapide, similmente a quanto avviene nei reparti di pronto soccorso, per gestire le emergenze in modo prioritario.
Inoltre, la legge impone specifici obblighi formativi per il personale delle forze dell’ordine, mirati sia alla prevenzione che alla persecuzione dei reati.
Un’altra novità significativa è l’estensione dei tempi disponibili per la presentazione di denunce, che passa da 6 a 12 mesi.
Per quanto riguarda le misure cautelari, come il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, il giudice può anche decidere l’utilizzo del braccialetto elettronico per garantire il rispetto di tali misure.