HIV e Aids nel 2022 più contagi tra gli etero e le donne
Le più recenti statistiche sull’HIV e sull’AIDS in Italia, rilasciate dall’Istituto Superiore di Sanità e relative all’anno 2022, evidenziano un cambiamento di tendenza rispetto al periodo pre-COVID (2019).
Nonostante il numero di nuove diagnosi di HIV (1888) e casi di AIDS (403) siano inferiori, si nota un’inversione della diminuzione che si era registrata dal 2017.
Bruno Marchini, Presidente di Anlaids Onlus, commenta i dati, sottolineando che, nonostante il lieve aumento, è ancora presto per attribuirlo completamente all’effetto COVID.
Durante il 2020 e il 2021, si è verificato un calo degli accessi ai test diagnostici, probabilmente a causa delle restrizioni legate al lockdown, riducendo potenzialmente le opportunità di trasmissione del virus.
Marchini suggerisce che sarà necessario attendere i dati del 2023 per avere un quadro più chiaro della situazione.
Un elemento critico per comprendere appieno le statistiche è la mancanza di informazioni complete sui test effettuati, che rappresentano il denominatore essenziale per valutare correttamente l’incidenza dell’HIV.
Tra le preoccupazioni emerse, si segnala l’aumento dei “late presenters”, individui che ricevono una diagnosi tardiva e che potrebbero non sottoporsi ai test perché non si considerano a rischio.
Marchini enfatizza l’importanza di promuovere la prevenzione, facilitare l’accesso ai test e alle cure, nonché educare sul concetto di “Undetectable equals Untransmittable”, evidenziando che le terapie possono rendere la carica virale non rilevabile, impedendo la trasmissione del virus.
Il presidente di Anlaids Onlus sottolinea anche il ruolo fondamentale della PrEP (profilassi pre-esposizione) come strumento aggiuntivo, ora rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale, per ridurre il rischio di contrarre l’HIV.
I nuovi dati indicano che il 58% delle nuove diagnosi riguarda persone con un numero di CD4 inferiore a 350 mm per microlitro di sangue. Il 42% di questi “late presenters” ha già infezioni che definiscono la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).
Sebbene la fascia di età 40-49 anni rappresenti numericamente la maggior parte delle nuove diagnosi, la percentuale più alta si registra nella classe di età dai 50 in su, evidenziando la necessità di un focus particolare su questa fascia di popolazione.
Considerato che la modalità di trasmissione dell’HIV è prevalentemente di natura sessuale (83,9%), con il 40,9% dei casi che coinvolgono rapporti tra uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM), si registra anche una significativa quota del 43% di trasmissione tra gli eterosessuali, se sommiamo maschi e femmine.
È importante notare che, per motivi epidemiologici, i dati relativi a maschi e femmine vengono presentati separatamente nel bollettino del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità (COA).
Tra le motivazioni che spingono le persone a sottoporsi al test HIV, il 41,2% lo fa a causa di sintomi manifestatisi, possibilmente durante un ricovero ospedaliero.
Va sottolineato che ancora oggi il test per l’HIV viene talvolta proposto dal medico solo dopo altri accertamenti.
Nel 24,3% dei casi, il test è stato effettuato a seguito di comportamenti a rischio auto-percepiti.
Tuttavia, ci sono anche buone notizie da segnalare. Parlando del “continuum of care” e degli obiettivi dell’OMS del 95-95-95 entro il 2030, l’Italia può vantare risultati incoraggianti: il 95% delle persone HIV+ ha ricevuto la diagnosi, il 95% di queste è in trattamento e il 93% ha raggiunto la soppressione virale.
Questi dati sono cruciali in relazione al concetto di “Undetectable = Untransmittable” (U=U).
Tale principio scientifico stabilisce che una persona sieropositiva che segue un trattamento efficace, mantenendo la carica virale a livelli non misurabili, non trasmette il virus ad altri.
Questo non solo ha un impatto positivo sulla prevenzione, ma contribuisce anche a combattere lo stigma.
In linea con questo, molte associazioni italiane coinvolte nella lotta all’HIV hanno lanciato la campagna “U=U, impossibile sbagliare” per correggere informazioni scientificamente errate accumulate nel corso dei decenni.
Nel 2023, a 40 anni dall’isolamento del virus, si è verificato un passo significativo nella gestione di HIV e AIDS con l’introduzione della gratuità della Profilassi pre-Esposizione (PrEP), una pillola in grado di prevenire il contagio da HIV.
L’approvazione della rimborsabilità da parte del Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia del farmaco (AIFA) lo scorso aprile ha reso il farmaco accessibile attraverso il Sistema Sanitario Nazionale.
L’associazione Anlaids Onlus sottolinea l’importanza della comunicazione nella prevenzione dell’HIV, affermando che la conoscenza è la chiave per prevenire e contrastare lo stigma.
Dal 1994, l’associazione è attiva nelle scuole, organizzando incontri in oltre 100 istituti scolastici di 9 regioni, coinvolgendo circa 1.000 classi e quasi 20.000 studenti.
L’impegno costante è quello di promuovere l’educazione alla sessualità e la cultura della prevenzione, non solo per l’HIV, ma anche per le altre infezioni sessualmente trasmissibili.