INVERNO 2023 – 2024 :
Proviamo a tracciare una linea di tendenza per l’INVERNO 2023-2024, basandoci sui dati del Centro di Calcolo Europeo e quello Statunitense, sulle statistiche e le variabili in corso come El Niño ed assemblare il tutto in base alla nostra esperienza, per avere un quadro il più affidabile possibile di quello che potrà succedere.
PRIMA IPOTESI:
- Il riscaldamento globale dovuto alle attività dell’uomo che hanno innalzato i livelli di CO2 nell’atmosfera causando un riscaldamento dell’atmosfera di almeno +1° rispetto alle medie dei decenni scorsi.
Tengo a precisare che un grado sembra poco, ma si trasforma in diverse zone, in diversi gradi sopra alle medie, e provoca frequenti ondate di calore, siccità prolungate nel tempo, oltre a modificazioni nell’assetto delle correnti che muovono le alte e basse pressioni, scioglimento dei ghiacciai nel polo nord e sud oltre quelli delle catene montuose, innalzamento dei mari ed in altre zone forti piogge o tempeste molto più violente del solito.
- Il centro di calcolo Europeo ECMWF ha emesso gli ultimi modelli previsionali per i prossimi quattro mesi, dove si evince una temperatura media superiore alla media stagionale compresa tra i +1° e +2°
- Il centro di calcolo Americano NOAA ha emesso gli ultimi bollettini sull’andamento del fenomeno di El Niño, che sembra essere molto forte nella stagione invernale.
Questo è un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale (America Latina) e che può modificare la circolazione a livello mondiale.
- Statisticamente gli ultimi inverni sono stati molto miti e avari di freddo e precipitazioni nevose.
La neve d’inverno è una manna per rinvigorire i ghiacciai che sono le nostre riserve idriche per l’estate, oltre per il seminativo autunnale dove i germogli di mais, frumento e soia, che servono per la nostra alimentazione e quella degli animali, sotto la coltre nevosa rimangono ad una temperatura ideale e non ghiacciano, perché la terra rilascia calore che rimane imprigionata sotto la neve e fa in modo che vi sia appunto una temperatura ideale, ma senza questa protezione sarebbero bruciati dalle gelate notturne, e molti non arriverebbero in primavera.
Quindi rimanendo su queste costanti che abbiamo analizzato, se tutto prosegue in questo modo avremmo sicuramente un inverno mite, accompagnato da piogge anche abbondanti.
SECONDA IPOTESI:
Dopo le costanti che abbiamo analizzato nella prima parte dell’articolo, la natura con il minor dispendio di energie possibili, riequilibra in maniera autonoma le anomalie, e potrebbe usare proprio quanto descritto sopra per farlo, riportando inverni nella media cioè quelli freddi e non miti.
- Il centro di calcolo Europeo ha previsto un raffreddamento con temperature sotto la media negli Stati Uniti d’America, e di solito per una questione statistica quando questo avviene, dopo circa due o tre settimane si raffredda anche l’Europa.
- Un forte evento di El Niño, di solito influenza anche la corrente del golfo, cioè quel nastro trasportatore che porta le acque calde del golfo del Messico fino alle porte dell’Inghilterra, rendendo mite il clima del Nord Europa che altrimenti visto che è alla stessa latitudine del Canada, sarebbe freddo appunto come quello del Canada.
Ma torniamo alla corrente del golfo, questa sotto effetto del El Niño, si alzerebbe di latitudine, andando a scaricare l’acqua calda proprio in zona polo nord, modificando i venti che di solito negli ultimi inverni compattano il freddo del Polo Nord e non consente gli scambi meridiani di aria fredda verso Sud.
- Il picco di attività solare sta arrivando prima del previsto, questo significa oltre ad interferenze nei nostri sistemi di comunicazione e disturbi ai satelliti, perché porterebbe una variazione nell’emissione di radiazioni elettromagnetiche, potrebbe (uso il condizionale perché è ancora in fase di studio) portare anche ad un riscaldamento stratosferico sopra il polo Nord, cioè un riscaldamento anche di 60° in pochi giorni, facendo splittare il le correnti del Polo Nord in vari lobi che andrebbero a colpire tutte le zone più a Sud portando molto freddo ed intense nevicate, anche sull’Italia quello che poi è accaduto in annate eccezionali tipo il 1929, 1963, 1985, 2012 e 2018.
Questa analisi è stata fatta con i dati e le statistiche oltre analizzando i fenomeni che sono attualmente in atto, logicamente ci sono troppe variabili per essere sicuri di quello che succederà, ma gli ingredienti ci sono tutti, perché non rimanga il solito inverno mite e magari neanche un inverno record, basterebbe anche solo un inverno normale con il freddo e le precipitazioni nevose per riassestare alcuni fondamentali equilibri, restate su www.meteonews.life per i prossimi aggiornamenti.