I primi 45 giorni dell’inverno meteorologico sono stati abbastanza piovosi e con temperature sopra le medie stagionali e dobbiamo dare atto che fino ad oggi le previsioni stagionali avevano riportato esattamente quello che è successo ma qualcosa sta cambiando.
Il centro di elaborazione Europeo ECMWF ci mostra uno Stratwarming in atto e che durerà almeno per i prossimi 10 giorni ed avrà ripercussioni sul clima almeno per le prossime 3 / 4 settimane, in termini di temperature e neve.
COS’E’ LO STRATWARMING:
Il riscaldamento stratosferico è generalmente associato all’assorbimento della radiazione ultravioletta da parte dell’ozono presente nella stratosfera.
Questo fenomeno può essere categorizzato in base alla differenza di temperatura registrata, suddividendosi in lieve, moderato o intenso, con anomalie termiche che possono raggiungere fino a 60 °C.
La sua presenza è evidenziata attraverso i radiosondaggi atmosferici.
Questo tipo di riscaldamento si verifica prevalentemente durante la stagione invernale e sembra coinvolgere in modo significativo l’emisfero settentrionale rispetto a quello meridionale.
Le ragioni alla base del riscaldamento stratosferico restano ancora in gran parte indefinite nella comunità scientifica, sebbene siano state avanzate diverse ipotesi.
Tra le teorie proposte, una coinvolge l’attività solare come possibile causa, mentre un’altra suggerisce l’influenza delle onde planetarie.
GLI EFFETTI SUL CLIMA:
Il fenomeno in questione, sebbene si verifichi nella fascia superiore dell’atmosfera al di sopra della troposfera, dove si manifestano comunemente i fenomeni meteorologici, ha impatti significativi sull’evoluzione meteorologica a livello del suolo.
Il riscaldamento stratosferico può determinare una rottura o separazione (split) in due parti del vortice polare, una depressione in quota che persiste specialmente durante l’inverno e che provoca la discesa di aria fredda verso le medie latitudini.
Dopo uno split al polo, si forma un’area di alta pressione caratterizzata da temperature anomale, superiori alla media anche nella troposfera, mentre i due lobi del vortice si dirigono verso sud/nord, portando condizioni meteorologiche avverse e un significativo calo delle temperature.
Questa configurazione temporanea è stata responsabile delle più gravi ondate di gelo che hanno colpito il continente europeo, compresa l’Italia, negli anni 1929, 1963, 1985, 2012 e 2018.
Questo è l’elaborato del riscaldamento al Polo Nord previsto dal 15 Gennaio al 22:
Mentre questo elaborato mostra ancora un riscaldamento dal 22 al 29 Gennaio:
Gli ingredienti ci sono tutti per una svolta stagionale e sembra che la natura per assettare gli equilibri, debba ricorrere ad eventi straordinari per riassettare il clima delle medie latitudini e riportare il freddo invernale.
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