STRATWARMING e possibile colpo di coda dell Inverno
SITUAZIONE:
Sembrerebbe che l’Inverno voglia prendersi una rivincita nel finale di stagione, infatti attualmente è in atto uno Stratwarming di tipo moderato, con un caldo anomalo fino 40 gradi alla quota di 10 hPa circa 31.000 di altezza slm nel cuore del Polo Nord.
Nelle ultime settimane nella regione Polare, i venti stratosferici in quota sono stati molto intensi ed hanno inibito gli scambi meridiani verso l’Europa e l’Italia, accumulando e trattenendo in loco tutta l’aria fredda.
Adesso potrebbe cambiare tutto con lo Stratwarming, che farebbe splittare il gelo Polare in lobi che potrebbero raggiungere le nostre latitudini.
COS’E’ LO STRATWARMING:
Il riscaldamento stratosferico, noto anche come Stratwarming, è generalmente associato all’assorbimento della radiazione ultravioletta da parte dell’ozono presente nella stratosfera.
Questo fenomeno può essere classificato in base alla variazione di temperatura osservata come lieve, moderato o intenso, con anomalie che possono raggiungere fino a 60°C, rilevabili attraverso radiosondaggi atmosferici.
Nonostante si verifichi nella stratosfera, uno strato superiore rispetto alla troposfera dove si sviluppano i comuni eventi meteorologici, il riscaldamento stratosferico può influenzare in modo significativo le condizioni meteorologiche a livello del suolo.
Infatti, questo fenomeno è in grado di causare una rottura o scissione (split) del vortice polare, una depressione in quota situata sopra il Polo Nord, specialmente durante l’inverno, che regola le discese di aria fredda verso le medie latitudini.
Quando avviene lo split, si forma un’area di alta pressione sul polo, caratterizzata da temperature anomale superiori alla media anche nella troposfera, mentre i due lobi del vortice polare si spostano verso sud e nord, portando condizioni di maltempo e un brusco abbassamento delle temperature.
Questo schema atmosferico nella sua parte più intensa è stato responsabile delle ondate di gelo storiche che hanno colpito l’Europa, inclusa l’Italia, negli anni 1929, 1963, 1985, 2012 e 2018.
Dopo questa doverosa spiegazione di cos’è lo Stratwarming per chi ancora non conoscesse il fenomeno, torniamo alla previsione.
PREVISIONE:
Il fenomeno dello Stratwarming sul Polo Nord è previsto in ulteriore intensificazione e sembrerebbe proseguire fino alla seconda decade di Marzo.
Addirittura si potrebbe passare da uno Stratwarming moderato a forte e potrebbe raggiungere i 50 gradi di riscaldamento anomalo entro il 20 Marzo.
Nell’elaborato previsto per il 10 Marzo notiamo il riscaldamento anomalo nell’area Polare alla quota di 10 hPa circa 31.000 metri d’altezza, mentre un lobo gelido dovrebbe approdare sull’Europa (clicca per ingrandire):
È ancora presto per prevedere nel dettaglio gli effetti e la portata dell’aria gelida tardiva che potrebbe raggiungere le nostre latitudini.
Se tutto venisse confermato sarebbe un ritorno dell’inverno con temperature rigide e la neve potrebbe cadere sui rilievi a quote molto basse, ma anche in pianura come accadde nel Marzo del 2018 quando intense nevicate avevano raggiunto le pianure del Nord a causa di un forte Stratwarming.
Infatti è prevista una corposa diminuzione delle temperature entro la metà di Marzo 2025, con punte fino a -20 gradi alla quota di 850 hPa (circa 1500 metri d’altezza)
Questo evento porterebbe sul nostro Paese, valori al di sotto della media del periodo fino a 10 / 12 gradi.
L’entità della temperatura positiva fino a 40 gradi al Polo (alla quota alla quota di 10 hPa circa 31.000 di altezza slm) sarebbe di tipo medio per lo stratwarming, ma niente di paragonabile alle temperature raggiunte fino a 50 / 60 gradi (sempre in quota sul Polo Nord) che successivamente avevano attivato le grandi ondate di gelo storiche sull’Europa, ma sarà sufficiente per far arrivare un lobo artico direttamente sull’Italia con temperature di molti gradi al di sotto la media.
Essendo una previsione a medio / lungo termine, serviranno altri aggiornamenti perché per ora l’affidabilità della previsione è del 60%, anche se trova conferme nei modelli Americano ed Europeo e negli “spaghetti”, un grafico che elabora la media degli scenari e l’affidabilità della previsione.
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